Alberto Parducci

Opera Omnia On Line

 

 

CAMICIE NERE E ASCARI IN MARCIA DI AVVICINAMENTO AL NEMICO – CAMPAGNA D’ETIOPIA 1935-36

Inchiostro di china

COLONNELLO MOVM AUGUSTO UGOLINI (1887) COMANDANTE IL PRESIDIO DI PASSO CULQUALBERT DI SBARRAMENTO SULLA ROTABILE PER GONDAR – MAGGIO – NOVEMBRE 1941 – CITATO NEI BOLLETTINI DI GUERRA  433, 461, 505 -

Sottotenente nel 1908, partecipa alla campagna di Libia (due volte) e alla II GM.                                                               

Nella campagna Etiopica comanda col grado di Maggiore l'XI Battaglione Eritreo e nelle Operazioni di Grande Polizia che poi continua al comando del Gruppo Bande del Goggiam e del Gruppo Battaglioni, poi trasformato in Brigata Ugolini  con la quale durante la II GM opera sui confini del Sudan e nel ripiegamento dei presidi nel ridotto Amhara.    Alla Brigata  sono poi aggregati il I Battaglione CC.RR. Mobilitato, il CCXL Battaglione CC.NN., il LXVII Battaglione Coloniale, tre batterie e altri elementi con l'ordine di occupare lo sbarramento montuoso del Lago Tana al massiccio del Denghel, rendendosi artefice della leggendaria difesa del Passo Culqualbert effettuando ardite puntate e strenui contrassalti dal maggio al 21 novembre 1941 quando  il nemico può irrompere  nei varchi presidiati soltanto dai caduti, il Comandante Ugolini è autorizzato dal nemico a portare la pistola in prigionia.                                   Rimpatriato nel 1945  è collocato nella riserva, nel 1948  è promosso nel R.O. a Generale di Divisione; decorato di 1 MOVM; Cavaliere O.M.S.; 2 MAVM, 2 MBVM.

Quarta di copertina del mensile “Storia & Battaglie “ n° 99, febbraio 2010 -   Cartolina -    

 SAGANEITI (ERITREA)-COMBATTIMENTO DELL’8 AGOSTO 1888                                                              L'operazione culminata nello sfortunato fatto d'armi  di Saganeiti era stata predisposta con l'intenzione di punire il capo banda Dedeb che aveva defezionato rifugiandosi nell'Acchelè Guzai per dedicarsi nuovamente alle razzie.

La spedizione affidata al Capitano Cornacchia era composta da altri quattro ufficiali italiani, da oltre 300 Basci-Buzuk e dalla banda  Adam Agà in appoggio.

Debeb, tempestivamente informato, tese un agguato alla colonna che si difese strenuamente ma esaurite le munizioni fu sopraffatta, caddero sul campo tutti gli ufficiali e 250 Basci-Buzuk, i superstiti, tra i quali 76 feriti, riuscirono a rientrare a Massaua.

Pubblicata nel mensile “l’Eco” della Piana Lucchese  n° 5, maggio 2000  nella rubrica “L’Angolo della Storia” a coronamento del mio articolo “Saganeiti, 8 Agosto 1888” –

Cartolina -

LE BATTERIE DELLA BRIGATA INDIGENI DEL GENERALE ALBERTONE NELLA BATTGLIA DI ADUA -1896-

La 1° Brigata Artiglieria da Montagna (Maggiore De Rosa) era formata dalla 1°  Batteria Indigeni, 4 pezzi (Capitano Henry); 2° Sezione   della 2° Batteria Indigeni , 2 pezzi (Tenente Vibi),  3° Batteria Bianca, 4 pezzi  (Capitano Bianchini); 4° Batteria  Bianca, 4 pezzi (Capitano Masotto).

Albertone dispose l’allineamento dell’artiglieria suddividendolo  in due schieramenti, a sinistra le Batterie  Indigene, a destra, più avanzate le Battere Bianche; alle ore 7,20 alla distanza di 1.800 metri tutta l’artiglieria aprì il tiro rapido contro il nemico che incalzava i resti del I Battaglione Indigeni, avanguardia della Brigata, dopo un attimo di sbandamento il nemico riprese l’attacco,  per ben tre volte fu  respinto e messo in fuga ed entrò in crisi per le gravissime perdite subite, per un attimo sembrò che la vittoria potesse arridere agli italiani, alle ore 8,15 il Generale Albertone andò fra i pezzi congratulandosi col Maggiore De Rosa e i suoi uomini.

Alle 9,30 imponenti masse abissine tornarono all’assalto, i Battaglioni indigeni contrattaccarono con disperato furore ma furono costretti ad arretrare con gravissime perdite, le Batterie Indigene subirono un micidiale  fuoco distruttivo e quelle Bianche arrestavano ancora   una volta la marea avversaria, grappoli di artiglieri si abbattevano stroncati sui cannoni , poi tutto lo schieramento fu sommerso.

Il Maggiore De Rosa cadde con tutti i comandanti di batteria, 7 subalterni e quasi tutti gli artiglieri.

 

DISTINTIVI DI GRADO DELLA P.A.I. (POLIZIA AFRICA ITALIANA) IN USO PRESSO LA TRUPPA INIGENA

Galloni in rosso su panno azzurro

Galloncino dello sciumbasci capo e del bulukbasci capo  in tessuto oro

Collo della giubba  in panno azzurro con  nodi di Savoia ricamati in oro

Fregio del copricapo  in metallo dorato su coccarda tricolore

Cordelline di lana azzurra con uno o due puntali di ottone

Cinturone di cuoio colore naturale

Fiocco del copricapo in seta blu Savoia

Opera pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 3 del marzo 1998
Cartolina -

 

DISTINTIVI DI GRADO DELLE TRUPPE COLONIALI –

I galloni erano applicati alle maniche a mezzo di una fettuccina o di un cordoncino a forma di cappio passato sotto la spallina, altre fettuccine o cordoncini passavano sotto la manica o da un anello o a mezzo fettuccina o cordoncino appesi ad un bottone.

L’anzianità di servizio era evidenziata dalle stelle ricamate (30 mm) su panno nero:

  2-6-10 anni                         1-2-3 stelle i rosso

12-14-16 anni                        1-2-3 stelle in argento

20-24-28 anni                        1-2-3 stelle in oro

Le stelle per copricapo(20 mm) dello stesso tipo di quelle presso il Regio Esercito

La stella di nakif (o uakil) tessuta in filo rosso (5,5 mm)

I galloni rossi, larghi circa 6 mm

I galloncini si sciumbasci capo e di bulukbasci capo in tessuto d’oro, larghi 5 mm

Per gli zaptiè  i galloncini in tessuto d’argento

Opera pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 3 del marzo 1998-

Pubblicata sulla rassegna periodica dei non-collaboratori “Volontà” n° 7-10. luglio ottobre 2001 a coronamento della mia sesta puntata sulla “Storia delle Truppe Coloniali Italiane” (Il Regio Corpo d’Armata Eritreo) di cui alle pagg. 16-17 -

Pubblicata sul mensile “l’Eco” della Piana Lucchese n° 4, aprile 2001  nella rubrica “L’Angolo della Storia”  a coronamento della sesta puntata della mia “Storia delle Truppe Coloniali Italiane”  -

Pubblicata  a pag. 10 della “Rivista di Cavalleria” n° 10, ottobre 1998 a corredo dell’articolo “Con le nostre Penne di Falco in Eritrea”  di Tommaso Spadavecchia-                                                                                                Cartolina -

 

ELEMENTI DEL” RAGGRUPPAMENTO  INVREA” IMPIEGATI IN TUNISIA- II GM

Olio acrilico su tela 0,40 x 0,60

Ritratto di un giovanissimo Sergente che ha combattuto in Tunisia e alla difesa di Roma nel settembre 1943.

L’originale si trova nella sua collezione privata a Roma.

 

COLONNELLO FRANCESCO SCOTTI (1904), CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA, COMANDANTE DEL 3° GRUPPO BATTAGLIONI ERITREI – CAMPAGNA ITALO-ETIOPICA 1935-36 –

Il Colonnello Scotti al comando del 3° Gruppo Battaglioni Eritrei (V, X, XXI) partecipa ai combattimenti di Amba Augher, Scionasciogguì, Amba Tzellerè, alla 1° e 2° Battaglia del Tembien e a quella di annientamento di Passo Mecan  del 31 marzo 1936 ove, come testimonia la motivazione della sua decorazione di Cavaliere dell’O.M.di Savoia: <”… con grande perizia e sereno sprezzo della vita, dirigeva l’azione dei battaglioni violentemente attaccati da ingenti forze avversarie. Passato al contrattacco si portava alla testa di un battaglione e con impeto travolgente si gettava sulle masse nemiche. Dopo epica lotta a corpo a corpo, sostenuta con gravi perdite, riusciva ad  infrangere la resistenza dell’avversario che volgeva in fuga precipitosa……”>

Scotti  lo ritroviamo col grado di Generale in qualità di comandante temporaneo della Divisione “Trento” ad el Alamein-

 

GALOPPO DI ZAPTIE’ ERITREI  -  1930

Olio su tela

 

 

      <INDIETRO                                                                 AVANTI>